Anticipare il futuro per sperimentare e creare

Autore

Alberto Felice De Toni
Alberto Felice De Toni è Presidente della Fondazione CRUI e Direttore Scientifico di CUOA Business School. È anche Presidente dell’Organismo di Vigilanza del CINECA, Presidente dell’Organismo Indipendente di Valutazione dell’Istituto Superiore della Sanità e membro dello Strategic Steering Committee dell’EUI - European University Institute. È stato Rettore dell’Università di Udine e Presidente dell’Associazione Italiana di Ingegneria Gestionale. È laureato in Ingegneria Chimica, dottore di ricerca in Scienza dell’Innovazione Industriale e professore di Gestione dei Sistemi Complessi.

Dobbiamo accettare il cambiamento continuo e il necessario cambio di prospettiva: interconnessione contro separazione, esponenzialità contro linearità, discontinuità contro continuità 

Il mondo cambia come i disegni in un caleidoscopio: le tendenze si espandono, si contraggono, si disgregano e svaniscono, mentre altre si formano. Dobbiamo accettare il cambiamento continuo e il necessario cambio di prospettiva: interconnessione contro separazione, esponenzialità contro linearità, discontinuità contro continuità. Le caratteristiche del cambiamento sono quindi tre: interconnessione, accelerazione e discontinuità. 

Cambiamento interconnesso. Il cambiamento è sempre più interconnesso in quanto viviamo in sistemi sempre più interdipendenti. I presenti che viviamo sono molteplici; ciascuno di noi appartiene simultaneamente a diverse reti culturali, sociali ed economiche. Viviamo molti presenti che si intersecano tra di loro a livello individuale e di gruppo, sul piano economico e sociale. Dei molteplici presenti non riusciamo a capire quale di questi prevarrà sugli altri. Per questo motivo il futuro è sempre imprevedibile, inaspettato. Mentre se guardiamo al passato i sentieri che conducono ai presenti molteplici risultano fortemente intrecciati. 

I presenti che viviamo sono molteplici; ciascuno di noi appartiene simultaneamente a diverse reti, culturali, sociali ed economiche 

Cambiamento accelerato. Viviamo in tempi esponenziali. Nel 1970 nella terra vivevano circa 3,5 miliardi di persone, oggi superiamo i 7 miliardi. Il primo sms fu spedito nel dicembre del 1992, oggi il numero degli sms spediti e ricevuti ogni giorno è maggiore del totale degli abitanti del pianeta. Per raggiungere un pubblico di 50 milioni di persone la radio impiegò 38 anni, la televisione 13, internet 4, l’iPod 3, Facebook 2. Gli utenti collegati a internet nel 1984 erano mille, nel 1992 un milione, nel 2020 oltre 4 miliardi. Il vivere in tempi esponenziali comporta un presente sfuggente, un passato sempre più lontano e un futuro sempre più vicino, schiacciato sul presente. Come diceva l’amico e compianto Ernesto Illy: “Quando la vita scorreva lenta come un pigro fiume, la complessità esisteva, ma non veniva percepita. Oggi tutti se la sentono addosso, perché il ritmo si è fatto serrato come un torrente vorticoso”. 

Cambiamento discontinuo. Il vivere in ambienti con risposte sempre più amplificate (si pensi alle conseguenze che il Covid 19 sta provocando sull’intero pianeta) rende il presente sempre più instabile, soggetto a grandi cambiamenti generati da piccole cause, nella logica dell’effetto farfalla. La discontinuità del cambiamento, la non linearità della risposta, interrompe la continuità con il passato e annuncia un futuro singolare. Per singolarità intendiamo un istante temporale in cui il progresso accelera e acquisisce caratteristiche diverse da quelle precedenti. È il punto classico della biforcazione, per cui il passato è su una linea retta, il presente è instabile perché in prossimità della biforcazione iniziano delle micro perturbazioni che aumentano di intensità fino all’evento di discontinuità, mentre il futuro si dispiega sui due possibili rami iperbolici. Il passato si interrompe nel punto di biforcazione, il presente è instabile e il futuro si rivela singolare.  Il poeta argentino Jorge Luis Borges – nella sua opera Il giardino dei sentieri che si biforcano del 1941 – ci offre una metafora della complessità e in particolare della discontinuità. L’autore parla di ramificazione dei tempi, di biforcazioni. Celebre la sua frase: “Lascio ai vari futuri (non a tutti) il mio giardino di sentieri che si biforcano …”.  

Dall’affermazione che il cambiamento è la costante della nostra vita si deduce la necessità di predisporre strumenti per permettere alle organizzazioni di convivere con il cambiamento. Gli approcci avanzati superano i tradizionali modelli di previsione (forecast), basati sulla proiezione in avanti delle esperienze passate, per entrare nello spazio dell’anticipazione (foresight), che comporta la costruzione di scenari possibili che considerano la molteplicità dei presenti, i segnali deboli, i trend emergenti e i percorsi possibili di evoluzione. 

Dall’affermazione che il cambiamento è la costante della nostra vita si deduce la necessità di predisporre strumenti per permettere alle organizzazioni di convivere con il cambiamento 

Il foresight si fonda sui due pilastri dell’organizzazione e della gestione. Sul piano organizzativo, l’idea guida consiste nella separazione della ricerca (orientata al mercato del futuro) rispetto allo sviluppo (orientato al mercato di oggi); di conseguenza, si propone alle imprese l’istituzione di un’unità di anticipazione e l’organizzazione delle attività di ricerca in via prevalente come connessione di conoscenze esterne. Sul piano gestionale si suggeriscono metodologie che permettono di verificare la coerenza tra trend, visione strategica e prodotti offerti. 

Nella metamorfosi di Ovidio la grammatica del divenire si esplica con forme che mutano essendo immerse in un campo di tensioni, le quali distruggono continuamente l’equilibrio e innescano sempre nuove dinamiche anche imprevedibili. Vi è sempre una soluzione: una nuova forma più appropriata che emerge intorno a elementi che persistono nella transizione e che operano come elementi attrattori e ordinatori. Le misteriose forze in azione fanno percepire l’eco indistinto di futuri possibili. In questa prospettiva ogni sistema è una meta forma che deve saper evolvere nell’eterno mutamento sempre insicuro, incerto, ambiguo. Ma che porta con sé anche il soffio della libertà, la consapevolezza di esserci, la possibilità di sperimentare e di creare. 

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