
Che senso ha una lettera al futuro, come quella che lei ha scritto su una lapide per commemorare pubblicamente il primo ghiacciaio islandese scomparso?
“L’Okjökull è stato il primo ghiacciaio islandese a perdere il titolo di ghiacciaio. Nei prossimi ducento anni tutti i nostri ghiacciai potrebbero seguire la stessa sorte. Questo monumento è la testimonianza che sappiamo cosa sta avvenendo e cosa bisogna fare. Solo voi sapete se lo abbiamo fatto”.
Prima di allora cosa succederà?
“Ho voluto narrare la mia esperienza di soglia. Siamo tutti su una soglia e non sempre ce ne rendiamo conto. Noi stessi osserviamo già che non solo noi modifichiamo, spesso in modo distruttivo, l’ambiente, ma è l’ambiente a plasmare noi”
L’ambiente, quindi, non è quella cosa che se ne sta là fuori, non è solo tutto quello che ci circonda?
“E’ evidente che non è così. Non solo perché l’ambiente che abbiamo è ciò che ne facciamo del mondo intorno a noi, ma anche perché ciò che chiamiamo ambiente entra in noi in tutti i modi, col respiro, col cibo, con le malattie, con il comportamento di altri animali che come noi e prima di noi popolano la Terra. Nel momento in cui assistiamo all’aumento delle temperature e del livello dei mari, allo stravolgimento chimico delle loro acque provocato dalle attività umane; mentre distruggiamo ecosistemi millenari e erodiamo terre abitabili e coltivabili costringendo a migrazioni dolorose milioni di persone, ce ne restiamo immobili, a guardare”.
E perché ce ne restiamo immobili?
“Forse perché quei duecento anni li sentiamo lontani e continuiamo a difendere questo ordine che ci sembra l’unico possibile. Le informazioni scientifiche non riescono a toccarci emozionalmente e cognitivamente”.
Una grande domanda è come mai non riescono a toccarci…
“Provo a rispondere in questo libro, a questa domanda inquietante. Un’ipotesi è che il passato collettivo, i miti dello sviluppo che abbiamo creato, e soprattutto il mito della suepriorità umana, devono essere rielaborati perché ora fanno da ostacolo ad accedere alla consapevolezza del presente. Solo la memoria lunga, miti e immaginazioni inediti e narrazioni adeguate potranno dare un’anima e nuovi significati a una vita all’insegna del limite come possibilità”.