Ugo Morelli: Esiste un campo agglutinato e almeno in parte indistinguibile nella relazione tra le persone?
José Bleger: La relazione è contingente, precede e fonda ogni individuazione ed è il luogo del campo analitico e la fonte di efficacia della clinica, della psicoanalisi e della psicoterapia.
U.M: In fondo con cosa ha a che fare la relazione?
J.B.: La relazione ha a che fare con il valore dell’istante, cioè delle istanze che emergono ‘qui ed ora’ e con i modi di trattarle.
U.M.: E l’empatia?
J.B.: Per quanto riguarda l’empatia, sappiamo con una certa evidenza che non è il riconoscimento a permettere la condivisione: in una relazione empatica accade esattamente l’opposto. È solo grazie alla condivisione che è possibile il riconoscimento dell’altro come nostro simile e, quindi, otteniamo un’evidenza del mondo interpersonale che per noi è naturale proprio perché con quella evidenza noi risuoniamo, non ci è aliena e non è un problema da risolvere. L’altro non è un enigma da decifrare con l’ausilio di una teoria.
U.M.: Allora l’uno e l’altro sono indefiniti?
J.B.: Mediante la relazione, che è costitutiva e si propone come simulazione incarnata, si verifica un accoppiamento strutturale che connette gli stati interni dei sistemi attivi-percettivi con gli stati esterni per generare l’evoluzione dinamica e allo stesso tempo cercare di preservare l’integrità strutturale e funzionale del sistema. Interno ed esterno, circolarmente connessi, divengono una fenomenologia unitaria e inscindibile nella relazione terapeutica e non solo.
U.M.: Tutto questo riguarda solo la patologia?
J.B.: Anche nelle e esperienze di ognuno vi sono la simbiosi e l’ambiguità. In ognuno possono esservi aspetti delle personalità ambigue. Siamo caratterizzati dall’identificazione proiettiva e introiettiva per la dinamica fra oggetti interni, e depositante-depositario-depositato per rappresentare l’interazione fra persone. E si torna all’ambiguità della relazione.
U.M.: E i processi comunicativi?
J.B.: I processi comunicativi coinvolgono il depositario in relazione con un depositante, e in quel gioco circolare si definisce buona parte dell’individuazione di ognuna e di ognuno.