José Bleger, Simbiosi e ambiguità. Studio Psicoanalitico, Armando Editore, Roma 2010

Autore

Ugo Morellihttp://www.ugomorelli.eu
Ugo Morelli, psicologo, studioso di scienze cognitive e scrittore, oggi insegna Scienze Cognitive applicate all’Università Federico II di Napoli; è Direttore Scientifico del Corso Executive di alta formazione, Modelli di Business per la Sostenibilità Ambientale, presso CUOA Business School, Altavilla Vicentina. Già professore presso le Università degli Studi di Venezia e di Bergamo, è autore di un ampio numero di pubblicazioni, tra le quali: Mente e Bellezza. Arte, creatività e innovazione, Allemandi & C, Torino 2010; Mente e paesaggio. Una teoria della vivibilità, Bollati Boringhieri, Torino 2011; Il conflitto generativo, Città Nuova, Roma 2013; Paesaggio lingua madre, Erickson, Trento 2014; Noi, infanti planetari, Meltemi, Milano 2017; Eppur si crea. Creatività, bellezza, vivibilità, Città Nuova, Roma 2018; Noi siamo un dialogo, Città Nuova Editrice, Roma 2020; I paesaggi della nostra vita, Silvana Editoriale, Milano 2020; Il grande esperimento. In virus veritas, Kappa Vu, Udine 2020; Empatie ritrovate. Entro il limite per un mondo nuovo, Edizioni S. Paolo, Milano 2020; Francesco Novara. Il lavoro non è più quello di un tempo, GueriniNext, Milano 2021; La passione di Venere, Meltemi, Milano 2021. Indifferenza. Crisi di legame sociale, nuove solitudini e possibilità creative, Castelvecchi, Roma 2023; Vittorio Gallese, Ugo Morelli, Cosa significa essere umani. Corpo, cervello e relazione per vivere nel presente, Raffaello Cortina Editore, Milano 2024. Vittorio Gallese, Ugo Morelli, Umani. Come, perché, da quanto tempo e fino a quando? Raffaello Cortina Editore, Milano 2025. Collabora stabilmente con le riviste Educazione Sentimentale, Vita&Pensiero, doppiozero.com, Animazione Sociale, Persone & Conoscenza, Sviluppo & Organizzazione, i dorsi del Corriere della Sera del Trentino, dell’Alto Adige, del Veneto e di Bologna, e con Il Mattino di Napoli.

Ugo Morelli: Esiste un campo agglutinato e almeno in parte indistinguibile nella relazione tra le persone?

José Bleger: La relazione è contingente, precede e fonda ogni individuazione ed è il luogo del campo analitico e la fonte di efficacia della clinica, della psicoanalisi e della psicoterapia.

U.M: In fondo con cosa ha a che fare la relazione?

J.B.: La relazione ha a che fare con il valore dell’istante, cioè delle istanze che emergono ‘qui ed ora’ e con i modi di trattarle.

U.M.: E l’empatia?

J.B.: Per quanto riguarda l’empatia, sappiamo con una certa evidenza che non è il riconoscimento a permettere la condivisione: in una relazione empatica accade esattamente l’opposto. È solo grazie alla condivisione che è possibile il riconoscimento dell’altro come nostro simile e, quindi, otteniamo un’evidenza del mondo interpersonale che per noi è naturale proprio perché con quella evidenza noi risuoniamo, non ci è aliena e non è un problema da risolvere. L’altro non è un enigma da decifrare con l’ausilio di una teoria.

U.M.: Allora l’uno e l’altro sono indefiniti?

J.B.: Mediante la relazione, che è costitutiva e si propone come simulazione incarnata, si verifica un accoppiamento strutturale che connette gli stati interni dei sistemi attivi-percettivi con gli stati esterni per generare l’evoluzione dinamica e allo stesso tempo cercare di preservare l’integrità strutturale e funzionale del sistema. Interno ed esterno, circolarmente connessi, divengono una fenomenologia unitaria e inscindibile nella relazione terapeutica e non solo.

U.M.: Tutto questo riguarda solo la patologia?

J.B.: Anche nelle e esperienze di ognuno vi sono la simbiosi e l’ambiguità. In ognuno possono esservi aspetti delle personalità ambigue. Siamo caratterizzati dall’identificazione proiettiva e introiettiva per la dinamica fra oggetti interni, e depositante-depositario-depositato per rappresentare l’interazione fra persone. E si torna all’ambiguità della relazione.

U.M.:  E i processi comunicativi?

J.B.: I processi comunicativi coinvolgono il depositario in relazione con un depositante, e in quel gioco circolare si definisce buona parte dell’individuazione di ognuna e di ognuno.

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