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Maddalena Fingerle, Lingua madre, Italo Svevo Editore, Trieste 2021

Autore

Ugo Morelli
Ugo Morelli, psicologo, studioso di scienze cognitive e scrittore, oggi insegna Scienze Cognitive applicate al paesaggio e alla vivibilità al DIARC, Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli; è Direttore Scientifico del Corso Executive di alta formazione, Modelli di Business per la Sostenibilità Ambientale, presso CUOA Business School, Altavilla Vicentina. Già professore presso le Università degli Studi di Venezia e di Bergamo, è autore di un ampio numero di pubblicazioni, tra le quali: Mente e Bellezza. Arte, creatività e innovazione, Allemandi & C, Torino 2010; Mente e paesaggio. Una teoria della vivibilità, Bollati Boringhieri, Torino 2011; Il conflitto generativo, Città Nuova, Roma 2013; Paesaggio lingua madre, Erickson, Trento 2014; Noi, infanti planetari, Meltemi, Milano 2017; Eppur si crea. Creatività, bellezza, vivibilità, Città Nuova, Roma 2018; Noi siamo un dialogo, Città Nuova Editrice, Roma 2020; I paesaggi della nostra vita, Silvana Editoriale, Milano 2020. Collabora stabilmente con Animazione Sociale, Persone & Conoscenza, Sviluppo & Organizzazione, doppiozero, i dorsi del Corriere della Sera del Trentino, dell’Alto Adige, del Veneto e di Bologna, e con Il Mattino di Napoli.

Che cosa significa vivere a un crocevia linguistico?

È come essere in un crogiolo, immersa in una molteplicità di segnali, ognuno dei quali sembrerebbe andare per conto proprio, e tu lì a tenerli insieme.

Come accade nel romanzo Lingua Madre, provi a scappare…

Sì, ma ovunque tu vada ti accorgi di essere quasi sempre nello stesso posto…

Ne scaturisce però anche una possibilità di creare un mondo narrativo originalissimo…

È come un distillato. Qualcosa che attinge da un incontro tra mondi e che finisce per attraversarti tuo malgrado. Forse questa è la vita stessa e l’ibridazione di mondi plurilingue come l’Alto Adige-Süd Tirol, con tutte le contraddizioni e le possibilità, ti fa scoprire che non puoi avere una cosa senza l’altra. 

Un’inquietudine che attraversa tutto il libro con una forza che la giuria del Premio Calvino 2020 ha riconosciuto, oltre a tutti gli altri riconoscimenti per una scrittrice di 27 anni.Rappresentare un mondo con la scrittura, per una via narrativa impegnativa e originale mi ha dato la possibilità di raccontare il mio mondo interno. È stata l’esperienza più bella.  

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