“Maria, Maria guarda! Guarda la musica!”
Ricordo questa frase detta alla bambina che il padre teneva in braccio con orgoglio durante una processione pasquale, con tanto di banda in spolvero, in un paese non lontano da Enna. Ricordo le guance rosse e gli occhi luminosi con cui la bambina guardava, ascoltava e beveva tutto quello che le stava intorno. Erano occhi da festa.
Tutti i sensi erano attivi, nella confusione degli stimoli e in mezzo a tutta quella gente che parlava, danzava, correva e guardava chi stava guardando. La musica si faceva corpo, i colori erano odori.
E gli occhi facevano festa.
Gli occhi che fan festa guardano al mondo sottraendosi al suo procedere, interrompono uno scorrere e ti portano con loro. Quegli occhi dicono ora mi fermo e ti fermi perché bisogna condividere questo momento con qualcuno. Non si può essere soli quando si fa festa. Almeno si ha da essere in due.
Non è detto però si tratti necessariamente di altri esseri umani: altre entità viventi come un albero o un animale o come i luoghi che ci accolgono come vecchie conoscenze, possono festeggiare con noi.
Luoghi persona: fare festa con un fiume, con un grande ulivo, con un masso erratico su cui cresce una foresta di licheni e muschi.
Far festa per onorare il farsi del mondo.
“Dimenticarsi d’avere paura”.
Quello che accade intorno a noi, le parole che si svuotano e le urla che si sentono come scosse di terremoto arrivare sino alle nostre caviglie, su per il cavo delle ossa sino al cranio, ogni giorno, senza tregua. Tutto questo dolore che chiama e ci vorrebbe presenti e che invece la paura mangia, spuntando quel dolore nelle molteplici forme dell’indifferenza.
Come si può fare festa?
Con chi farla?
Cosa onorare?
Mi piace pensare che fare festa col mondo vuole dire riconoscere e nutrire il senso della meraviglia che è in ciascuno di noi. Quel desiderio profondo di essere parte di qualcosa di più grande e complesso.
Coltivare il disorientamento, lo stupore di fronte a ciò che ci circonda e a tutte le possibilità latenti. Meraviglioso!
La vita continua a innescare infinite nuove combinazioni.
Non sa quello che fa. Non può fare altrimenti
Quindi, sia festa al mondo!